"Si avvicina, ogni giorno di più, il momento in cui verificheremo le capacità predittive dell’antica civiltà Maya, nel frattempo ci accontenteremo di fare archeologia ludica andando a riproporre un gioco del “lontano” 1999 che proprio da uno dei luoghi più importanti di questa civiltà precolombiana mutua il proprio nome.
Tikal è infatti uno dei maggiori siti archeologici Maya che si trova in Guatemala e l’omonimo
gioco, edito dalla Ravensburger, ci propone di vestire i panni di vari (da 2 a 4 ) gruppi di archeologi intenti a competere nell’accaparrarsi i migliori reperti possibili, scavando nuovi siti e liberando da terra e lussureggiante vegetazione magnificenti templi.
La componentistica, ricca di lignei puzzilli come da germanica tradizione, è formata da:
- un tabellone esagonato raffigurante la giungla guatemalteca ancora inesplorata su cui si posizioneranno, col proseguire del match, vari tiles esagonali raffiguranti templi , scavi o semplici zone “ripulite” dalla vegetazione,
- plancette personali ad uso di tabelle riassuntive
-segnalini lignei in quattro colori (uno per ogni giocatore) divisi in solidi a base ottagonale (i membri della spedizione) e piramidi a base rettangolare (i campi base).
-tessere quadrate del tempio ( numerate da 2 a 10)
-tessere tonde dei tesori raffiguranti 8 soggetti diversi, ognuno in triplice copia.
Come si svolge una partita? Giocare è più facile di pronunciare
Quetzalcoatl : ad ogni turno
verranno scoperte un numero di tiles pari al numero dei partecipanti e si avvierà un’asta a suon di punti vittoria su chi avrà il diritto di giocare per primo, scegliendo il tile e piazzandolo sul tabellone in adiacenza ad uno già presente o alla zona di partenza.
Fatto ciò il giocatore attivo spenderà 10 punti azione distribuendoli liberamente fra le 7 azioni possibili: collocare una pedina archeologo sul tabellone, spostare di un “passo” una pedina sul tabellone, portare alla luce le fondamenta di un tempio, recuperare 1 tesoro, scambiare un tesoro, allestire un campo. Successivamente si svolgerà (fra i giocatori rimasti) l’asta per aggiudicarsi uno fra i tiles rimasti ed il vincitore ripeterà gli step compiuti dal primo giocatore (piazzare il tile, spendere i 10 punti azione) e così via fino a che tutti i tiles non sono piazzati ed ogni giocatore ha svolto le sue azioni. Questo processo si ripete fino a quando non saranno piazzati tutti e 36 i tiles esagonali sulla mappa e non sarà svolto conseguentemente l’ultimo turno.
Come si vince? Che discorsi…giocando bene! Banalità a parte i punti vittoria (palesi grazie alla track apposita) vengono elargiti ogni qualvolta venga posizionato un tile "vulcano" (quindi 3 volte durante una partita) oltre ad un ulteriore conteggio finale che avverrà, indovinate un po’, al termine del gioco.
Gli ambiti punti vittoria si guadagnano così: avendo la maggioranza di archeologi a lavoro su di un tempio (x punti per x livelli di scavo del tempio), avendo ottenuto parti del tesoro (1 punto per ogni tipo di tesoro “solitario”, 3 per una coppia di tesori uguali, 6 per un tris di tesori uguali).
Come i più attenti fra voi avranno colto Tikal si connota quindi come un gioco essenzialmente di maggioranze ma dove la capacità di investire punti vittoria per aggiudicarsi i tiles più ricchi e la capacità di muoversi con pianificazione sulla mappa giocano un ruolo niente affatto secondario. Come ricordavamo all’inizio della presentazione: poche regole ma livello strategico alto, e a rendere piccante la ricetta: una bella dose di interazione diretta!
Un tuffo nel passato ludico di alta qualità vi aspetta dunque il prossimo mercoledì…chi mancherà l’appuntamento non è figlio di Chac!"
Chi vuole evitare simili epiteti e riservarsi un posto al tavolo può prenotare sul forum tramite il
consueto sistema di post, per tutti gli altri solo la speranza, che i Maya sbaglino le nefaste predizioni e quindi aver tempo di riprovarlo in seguito.